Sono la sua schiava. Un particolare tipo di schiava, una cagna. Sì nel vero senso della parola. E da brava quale sono, non basta che sia sempre euforica ed eccitata nel soddisfare le voglie del mio padrone, spesso, come tutti i cani, ho bisogno di essere addestrata, indirizzata, soprattutto se si tratta di introdurre nuovi giochi o varcare dei limiti.

E in quel particolare pomeriggio di fine luglio, di limiti da superare c’è n erano e non pochi.
Era un venerdì, ero tutta contenta, o per dare un immagine, scodinzolante come un cagnolino, avrei passato il primo week end da lui.
Mi preparo come mio solito per i nostri incontri indossando un vestitino corto, senza nulla di intimo, solo quello e un paio di scarpe con il tacco. Prendo la borsa e scendo da lui in macchina.
Subito con una mano controlla che io non abbia nulla sotto, e un primo brivido va ad inumidirmi tra le cosce.
Saliamo a casa sua, mi porta subito in camera, lui si siede sul bordo del letto.

” Adesso spogliati e mettiti a 4 zampe”

Io obbedisco, togliendomi anche le scarpe.
Mi fa avvicinare e mi mette un grosso collare a cui aggancia un guinzaglio.
Poi mi prende il viso tra le mani.

“Guardami.”

Alzo gli occhi e incrocio il suo sguardo, severo.

” A breve avremo degli ospiti, sono giusto un paio di amici. Voglio che tu ti comporti da brava cagna, mi sono spiegato?”

Il suo tono era calmo e pacato. Non credo di aver affettato subito, ma credo che voglia proprio presentarmi ai suoi amici proprio come se io fossi realmente un cane.

” Sì mio padrone”

“Brava. voglio che tu sappia che anche loro, se lo ritengono necessario possono punirti.”

A quelle parole un brivido allo stomaco.
Annuisco. ” Sì padrone”

” Ora resta qui. Verrò a prenderti tra un po’.”

Sento suore il campanello, io sono chiusa in stanza. Un turbinio di sensazioni, una leggera paura, sento i passi le voci, un po’ di ansia per un tempo che sembra essere infinito, mi chiedo per un attimo cosa ci faccio qui, perché, poi i passi verso la porta. La porta si apre. È il mio padrone. Lo guardo con entusiasmo nonostante un velo di tensione mi compare in viso. Prende il guinzaglio legato al mio collare e mi dà uno strattone per farmi partire.

” Vieni”

Un ordine.
Io mi muovo senza dire nulla, e dietro di lui lo seguo.
Entro nella sala, che vista da quest’ angolazione mi appare più grande, il tavolo, il divano ad angolo e un tavolino di fronte ad esso, un occhiata rapida e vedo degli oggetti che quando ero arrivata un ora prima non avevo notato, che fossero già stati disposti prima del mio arrivo, o subito dopo che lui era uscito dalla stanza. E 3 uomini. Alla loro vista mi sono per un attimo raggelata, e d’ istinto mi sono nascosta dietro al mio padrone.
3 corporature differenti, non curati, tra i 50 e nn saprei dire, forse i 58 di età, forse per il terrore di non andare oltre, ad ogni modo molto più grandi di me.
Al mio ingresso parte un risolino sottile, intravedo l uomo più piazzato sul divano che mi guarda come un predatore pregusta la sua presa, con più attenzione vedo che anche gli altri 2 in piedi hanno la stessa espressione, e più che cane, mi sento quasi una presa in pasto alle iene.

” Non Essere timida, questi sono gli amici di cui ti avevo parlato”

Sì scosta, e mi lascia senza alcun nascondiglio.
Il primo Claudio, si avvicina, mi accarezza la testa, che scivola a prendermi il viso tra le mani e mi obbliga a fare un passo in avanti.

” Siamo proprio curiosi di vedere questa cagna. Veni avanti”

mi metto davanti a lui, immobile a 4 zampe, con lo sguardo fisso a terra, sento la sua mano percorrermi la schiena, arrivare sul culo e che scivola decisa fra le cosce. Lascio andare un gemito, e intanto l altro uomo in piedi, Roberto, mi para davanti mi accarezza il collo alzandomi il viso, mi fissa mentre ancora sorseggia l ultimo goccio di birra.

“Questa cagna è in calore, qui è tutta bagnata”

Dice Claudio mentre m infila 2 dita avide nella figa.
Io lascio andare un altro gemito, e Roberto inizia a giocherellare con la mia bocca passandoci le dita sopra.

L imbarazzo iniziale inizia a lasciare posto all eccitazione che quella situazione mi crea.
Luca passa il guinzaglio a Roberto, che con quella presa mi fa concentrare sulle sue dita che mi perlustrano la bocca. Mentre Claudio mi dilata le natiche e cerca di aprirmi bene la fica e ha anche la visuale sul mio culo, e inizia a leccarmi, sento la sua lingua che mi fa bagnare ancora di più mentre lui mi assapora con avidità. Non riesco a stare del tutto concentrata su Roberto, che lo nota e mi dà un leggero schiaffo sulla guancia.

“Cagna. Voglio che mi guardi.”

Intanto Luca si gode lo spettacolo insieme all altro suo amico seduto sul divano.

A quel punto Roberto si apre i pantaloni, mi prende per i capelli e mi spinge il viso ancora sui suoi boxer a farmi annusare, come un cane, il suo cazzo, poi lo estrae e me lo ficca dritto in bocca, è troppo grosso e tutto fatica ad entrarci.

“Brava puttana. Questo è il tuo premio, il tuo osso con cui giocare”

Mi tiene sempre per i capelli e cerca di spingerlo bene infondo. Lo sento in gola, sento quasi la sensazione di vomitare, soffocare, poi rilascia, lo tora fuori di colpo. Prendo fiato e un lungo filo di saliva mi pende dalle labbra.
Cerco di riprendere fiato, inspiro e in quel momento Claudio, dietro di me mi spinge il suo cazzo (anche questo di notevoli dimensioni) tutto nella fica, in un colpo solo. Mi mozza il respiro.
Mi sento riafferrare peri capelli, e come una sferzata uno schiaffo in viso.

” Guarda che abbiamo appena cominciato.”

Non mi lascia il tempo di rispondere e mi ritrovo il suo cazzo di nuovo in bocca, e me la scopa avidamente andando sempre giù fino infondo.
I pochi secondi in cui mi lascia prendere fiato intravedo la sua espressione avida, soddisfatta, e in quel momento ricomincia.
Claudio e Roberto mi scopano così per diversi minuti, che a me sembrano infiniti. Poi quando Claudio sta per venire si stacca, viene di fronte a me, uno strattone per i capelli mi mette direttamente tutto il cazzo in bocca e sento il suo sperma scendermi dritto in gola, successivamente tira fori il suo cazzo ben pulito.

” Brava puttana. Tieni aperta quella bocca, credo che anche il mio amico abbia qualcosa per te.”

E Roberto viene facendo cadere ogni getto, ogni goccia nella mia bocca.

“Brava ora facci vedere come ingoi”

Chiudo la bocca, ormai con poco ribrezzo e mando giù tutto.
Riapro per fare vedere che sono stata brava e ho eseguito l’ ordine.
Li vedo sorridere compiaciuti.

“Aspetta.”

Claudio mi afferra per i capelli, mi fa tenere il capo reclinato all indietro.

” Apri la bocca”

Eseguo.

“Adesso ingoia anche questo. “

E mi sputa in bocca.
Non riesco a trattenere le mie espressioni e mi compare un espressione di disgusto mentre eseguo quest’ ordine.

“Cos è quell’ espressione? Voi l’ avete vista?”

Girandosi verso Luca e Adriano seduti sul divano.

” A me è sembrata un espressione disgustata”

Dice Adriano.
Roberto:

“E a noi queste reazioni poco felici non ci piacciono”

Uno sguardo di semi terrore. Mi sento strattonare e sollevare.

” Cammina”

Mi fanno sdraiare a pancia in sù sulla penisola del divano.

“Tenetela ferma, ora dovrà essere punita per la sua insolenza”

Claudio da sopra di me mi blocca le braccia, sento il cuore accelerare, mi sento braccata, in trappola, senza via di fuga.

Poi Adriano mi prende le gambe e me le blocca ad un asta con delle manette, Claudio mi ci fissa pure i polsi. Ma nonostante sia immobilizzata Claudio mi tiene salda ferma in quella posizione che espone completamente la mia fica e il mio culo.
Prendono qualcosa, una pallina e me la fissa alla testa.
Roberto dal tavolino prende un frustino, quelli tipo da cavallo, fine e con una parte più larga infondo. Io sgrano gli occhi.
Il primo colpo arriva, forte deciso, quasi nn l’ho visto, di colpo sento pizzicare bruciare, la palla che ho in bocca attutisce e smorza l urlo che ne segue, vorrei chiudere le cosce ma nn riesco, sono immobile, e arrivano di seguito altre sferzate, non ne tengo il conto, sono sempre più ravvicinate e veloci. Fa malissimo. Brucia. Non posso urlare, non posso muovermi. Sento le lacrime riempirmi gli occhi.